Le donne e la filosofia

«In molte parti del mondo alle donne manca il sostegno per funzioni fondamentali della vita umana



. Sono infatti meno nutrite degli uomini, meno sane, più vulnerabili alla violenza fisica e all’abuso



 sessuale. […] Se decidono di entrare nel mondo del lavoro incontrano gravi ostacoli, tra cui 



l’intimidazione da parte della famiglia o del consorte, la discriminazione sessuale nel reclutamento, le


 molestie sessuali sul posto di lavoro, spesso senza possibilità di ricorrere efficacemente alla legge. Il 



più delle volte ostacoli simili impediscono la loro effettiva partecipazione alla vita politica. In molti stati le



 donne non godono di piena uguaglianza di fronte alla legge: non hanno gli stessi diritti di proprietà 



degli uomini, gli stessi diritti di stipulare contratti, gli stessi diritti di associazione, di mobilità e libertà



 religiosa» (p. 15). Detto ciò, le discriminazioni coinvolgono tutte le donne, persino, in quei paesi che 



invece dovrebbero garantire parità di diritti tra i sessi. In questo libro viene, quindi, a delinearsi una



 riflessione che unisce una forma di femminismo che rientra negli interessi dell’autrice, ad uno studio 



sullo sviluppo delle capacità umane che nell’analisi di Nussmabum si concentra sulla situazione della



 persona, nello specifico, delle donne che «troppo spesso […] non sono trattate come 



fini a pieno diritto, come persone con una propria dignità, degne di essere rispettate dalle leggi e dalle



 istituzioni; esse sono invece trattate come meri strumenti dei fini altrui, ossia come riproduttrici,



 badanti, oggetti sessuali, agenti della prosperità familiare generale» (pp. 15-16). 



Martha C. Nussbaum, Diventare persone. Donne e universalità dei diritti, il Mulino, Bo - 2011






Tutto ciò che è stato scritto dagli uomini sulle donne deve essere ritenuto sospetto dal momento che essi sono ad un tempo giudici e parte in causa” I. Kant
La filosofia ha un ruolo molto importante in questa riflessione. Anche in questo caso ci muoviamo sul doppio livello: importanti donne filosofe, e la donna e la sua emancipazione quali oggetti della riflessione moderna e contemporanea.

Ecco brevemente alcune importanti filosofe del Novecento.

EDITH STEIN (1891-1942) Nata da una famiglia di commercianti ebrei, studiò filosofia a Gottinga con Husserl (il fondatore della corrente filosofica chiamata "fenomenologia", che anticiperà alcuni temi dell’esistenzialismo) e ne divenne assistente. Dopo aver letto la Vita di S.Teresa d’Avila , si convertì nel 1922 al cattolicesimo e nel 1934 si fece suora carmelitana. Nel 1942 fu deportata ad Auschwitz e qui morì poco dopo. E’ stata proclamata "beata" nel 1987. L’originalità del pensiero filosofico di E.S. si nota già dalla sua tesi su Il problema dell’empatia (1917) : per la S. l’empatia è "l’esperienza di soggetti altri da noi e del loro vissuto".
La S. si è anche distinta per i suoi molti scritti che trattano il tema della femminilità . Ella ritiene che il movimento femminista tedesco, con la Costituzione di Weimar, abbia raggiunto appieno tutti i suoi obiettivi. Le donne sono state poste su un completo piano di parità con gli uomini. In ultimo , nei suoi scritti più chiaramente mistici, la S. ritiene che l’amore sia la forza motrice dello stesso pensiero.



SIMONE WEIL (1909-1943) Nacque a Parigi da una famiglia ebrea non praticante. Studiò filosofia e per alcuni anni insegnò al liceo. Poi, spinta dalla sua passione per gli "altri", si dimise e lavorò come operaia. Allo scoppio della guerra civile spagnola (1936) si unì ai militanti anti-franchisti ma, per un incidente, fu costretta a rientrare in Francia. Nel 1938 avvenne la sua conversione religiosa anche se, fino all’ultimo, non volle mai accettare il Battesimo. Morì nel sanatorio di Ashford in Inghilterra.
Nel saggio L’Iliade, poema della forza (1939), esalta il modo in cui l’uomo greco viveva la guerra e il suo terribile gioco senza infingimenti, accordando eguale rispetto al vinto e al vincitore, provando sgomento per la distruzione di una città. Nello studio su Dio in Platone (1940), Platone viene da lei considerato il padre della mistica occidentale. In Platone Alla virtù si affianca la possibilità della grazia, cioè della salvezza che viene da Dio. Nei pensieri raccolti sotto il titolo L’amore di Dio (scritti tra il 1940 e il 1942), W. svela il suo misticismo : "non tocca all’uomo cercare Dio e credere in lui : egli deve semplicemente rifiutarsi di amare quelle cose che non sono Dio. Un tale rifiuto non presuppone alcuna fede. Si basa semplicemente sulla constatazione di un fatto evidente : che tutti i beni della terra … sono finiti e limitati, radicalmente incapaci di soddisfare quel desiderio di un bene infinito e perfetto che brucia perpetuamente in noi".



HANNAH ARENDT (1906-1975) Nata ad Hannover da una famiglia ebrea, studiò filosofia con i più importanti filosofi tedeschi del tempo (Husserl, Heidegger, Jaspers). A causa delle persecuzioni antisemitiche si trasferì in Francia e qui collaborò col Movimento Sionista. Nel 1940 fu arrestata ma riuscì a fuggire e emigrò negli Stati Uniti, dove rimase per tutto il resto della vita.
L’analisi del fenomeno del totalitarismo in tutte le sue forme è alla base del lavoro intellettuale della A. Ne Le origini del totalitarismo (1951) la A. vide nel totalitarismo di questo secolo un fenomeno nuovo, che rompe con qualsiasi altra tradizione precedente.
Anni dopo, in un’altra opera intitolata Eichmann a Gerusalemme. La banalità del male (1963), la A. modifica la sua opinione dicendo che il male che ha fatto per esempio l’aguzzino Eichmann è spiegabile nel modo seguente : il male non è più qualcosa di eccezionale ma fa parte di noi e delle persone che ci sono vicine. Nel 1958 apparve La condizione umana (Vita activa in italiano), sintesi più filosofica del suo pensiero. Il mondo d’oggi è il mondo della tecnica.
Si guarderà il film “Hannah Arendt” (2013) di M. Von Trotta



SIMONE DE BEAUVOIR (1908-1986)Nata a Parigi da una giovane e agiata coppia borghese, Simone visse una fanciullezza serena. Si iscrisse alla Sorbona per studiare filosofia e qui nel 1929 conobbe Sartre, con cui condivise tutto il resto della vita : il loro fu un rapporto "aperto", mai formalizzato col matrimonio, ma molto duraturo e fecondo di amicizia ed affetto. Dopo l’università, Simone si mise ad insegnare fino al 1943, quando decise di dedicarsi interamente all’attività letteraria. Morì sei anni dopo la scomparsa di J.-P.Sartre. Dal punto di vista filosofico, le sue opere più importanti furono Pirro e Cinea (1944), Per una morale dell’ambiguità (1947) e anche Il secondo sesso (1949), il suo scritto forse più famoso, opera composita tra saggio e trattato. Scrisse anche molte opere di narrativa,tra cui ricordiamo : Memorie di una ragazza per bene, I Mandarini, Una morte dolcissima, La terza età (che è un acuto saggio sulla vecchiaia) ecc.
Per la pensatrice francese, teoresi e racconto non possono e non devono essere divisi. A spingere la de B. verso il suo peculiare stile di pensiero fu, da una parte, l’influsso dell’esistenzialismo, dall’altra la sua condizione di donna le suggeriva questa come la via più giusta per inserirsi nella cittadella dei filosofi senza smarrire la propria identità di donna e di persona.
Il secondo sesso è diviso in quattro parti : nella prima si analizza l’essere-donna dal punto di vista naturalistico, delle scienze. La seconda sezione affronta l’essere donna dal punto di vista della storia : su base storica, la donna è stata una "presenza-assenza", una presenza reale assente alla storia che è storia scritta e fatta dagli uomini, dal sesso maschile. La terza parte è dedicata allo studio della immagine della donna proposta dai miti più antichi fino all’immagine femminile creata dalla letteratura. La quarta parte, infine, è una analisi del "vissuto" femminile, descritto in forma evolutiva attraverso le varie età della vita, dall’infanzia alla vecchiaia. La condizione femminile del presente è, per la de B., quella di una astratta eguaglianza contrapposta ad una concreta ineguaglianza.



MARTHA NUSSBAUM: è una filosofa e accademica statunitense contemporanea, studiosa di filosofia greca e romana, filosofia analitica, filosofia politica, etica, femminismo e diritti degli animali, L'opera della Nussbaum si è spesso focalizzata sulle ineguaglianze di libertà e opportunità tra uomini e donne, e ha sviluppato una personale forma di femmnismoche trae ispirazione dalla tradizione liberale, enfatizzando però il fatto che il liberalismo implica un ripensamento radicale dei rapporti tra i sessi di quelli interni alla famiglia.

Altro importante ambito di indagine sono le emozioni. La Nussbaum ha infatti avallato la teoria "Neo-stoica" delle emozioni, secondo cui esse sarebbero delle valutazioni che attribuiscono alle cose e alle persone esterne un particolare valore per il soggetto agente, fatto di estrema importanza per lo sviluppo della persona. Su tali basi ha proposto le analisi di dolore, compassione, amore e, successivamente, di disgusto e vergogna.




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